Diventare più assertivi: conoscere i propri diritti migliora la comunicazione

diventare assertivi

Ti è mai capitato di dire “sì” quando avresti voluto dire “no”? O di sentirti in colpa per aver espresso un tuo bisogno, anche legittimo? Se la risposta è sì, potresti aver avuto difficoltà ad essere assertivo.

L’assertività è la capacità di comunicare in modo chiaro, diretto e rispettoso, affermando i propri diritti senza calpestare quelli altrui. Non si tratta di essere aggressivi o egoisti, ma di trovare un equilibrio tra il rispetto per sé stessi e l’attenzione verso gli altri.

In questo articolo approfondiremo che cosa significa essere assertivi, come si può imparare a farlo, quali sono i diritti fondamentali nelle relazioni secondo il cosiddetto “codice dell’assertività” e perché questa competenza può migliorare notevolmente la qualità della nostra vita e delle nostre relazioni personali e professionali.

Un esempio comune: come reagire con assertività

Pensiamo a una situazione quotidiana: ci troviamo in fila davanti allo sportello della posta e una persona ci supera con disinvoltura. Come ci comportiamo? Restiamo in silenzio e proviamo irritazione? Alziamo la voce per farci rispettare? O riusciamo a comunicare con fermezza e calma che non è corretto?

L’assertività è proprio la capacità di esprimere ciò che si pensa e si prova senza ferire né sottomettersi all’altro. In situazioni come questa, una risposta assertiva sarebbe far notare il comportamento scorretto con tono fermo e rispettoso, affermando che tutti hanno lo stesso diritto di essere serviti secondo l’ordine di arrivo.

Che cos’è l’assertività?

Essere assertivi significa manifestare i propri pensieri, opinioni e bisogni in modo chiaro e diretto, senza calpestare i diritti degli altri ma anche senza rinunciare ai propri. Si tratta di uno stile comunicativo equilibrato, a metà strada tra la passività (in cui si subisce) e l’aggressività (in cui si impone il proprio punto di vista).

L’assertività non è innata, ma può essere appresa e sviluppata. Uno degli strumenti utili in questo processo è proprio il cosiddetto “codice dell’assertività”, un insieme di affermazioni che ci ricordano i nostri diritti fondamentali nella comunicazione con gli altri.

Il codice dell’assertività: conoscere e riconoscere i propri diritti

Ecco alcuni dei diritti fondamentali che ciascuno di noi ha, secondo il codice dell’assertività:

  • Hai il diritto di essere giudice ultimo di ciò che fai e pensi

  • Hai il diritto di non scusarti e non giustificarti per il tuo comportamento

  • Hai il diritto di non sentirti responsabile dei problemi degli altri

  • Hai il diritto di cambiare opinione

  • Hai il diritto di sbagliare

  • Hai il diritto di dire “non so”

  • Hai il diritto di decidere per conto tuo

  • Hai il diritto di dire “non capisco”

  • Hai il diritto di dire “non mi interessa”

  • Hai il diritto di dire “no!” senza sentirti in colpa

Perché è difficile essere assertivi?

Molte persone faticano ad attribuirsi questi diritti, specialmente se sono cresciute in ambienti in cui si dava maggiore valore alla sottomissione, al compiacere gli altri o all’evitare il conflitto. Può capitare, quindi, che ci si comporti in modo remissivo, accettando situazioni scomode pur di non creare tensioni, o al contrario in modo aggressivo, imponendo il proprio punto di vista in modo eccessivo.

Essere assertivi non significa “dire sempre quello che si pensa”, ma saper scegliere quando, come e in che modo farlo, nel rispetto di sé e dell’altro.

Assertività e benessere psicologico

Sviluppare un atteggiamento assertivo non migliora solo la qualità della comunicazione, ma contribuisce anche al benessere psicologico generale. Quando ci sentiamo autorizzati a dire “no”, a esprimere disaccordo o a far valere i nostri bisogni senza sensi di colpa, ci sentiamo più sicuri, più autonomi e più rispettati.

Inoltre, la comunicazione assertiva riduce il rischio di conflitti inutili e malintesi, rafforza l’autostima e promuove relazioni più autentiche e paritarie.

Come si impara l’assertività?

Diventare assertivi è un processo che richiede consapevolezza, esercizio e tempo. Alcuni passaggi fondamentali possono essere:

  • Riconoscere i propri diritti, come elencato nel codice

  • Imparare a distinguere tra comunicazione passiva, aggressiva e assertiva

  • Allenarsi a riconoscere i propri bisogni e a esprimerli chiaramente

  • Esercitarsi in situazioni reali, partendo da piccoli “no”

  • Utilizzare tecniche come il “messaggio in prima persona” (es: “Io mi sento…”)

In molti casi, un percorso psicologico può essere d’aiuto per lavorare sulla propria assertività, soprattutto se si tende a farsi carico degli altri o a sentirsi in colpa ogni volta che si mette un confine.

Tornando all’esempio iniziale: e adesso, come rispondereste a quel signore?

La risposta assertiva sarà quella di far notare con calma e fermezza la presenza di una regola che tutti devono rispettare: “Mi scusi, ma c’era una fila. La invito a rispettarla come stiamo facendo tutti.” Una frase semplice, chiara, detta con tono calmo ma deciso. Questo tipo di risposta afferma il proprio diritto senza aggredire l’altro, ricordando che il tempo di ciascuno è prezioso.

Conclusioni: essere assertivi migliora la qualità della vita

Imparare ad essere assertivi è una competenza fondamentale per vivere meglio, comunicare con più chiarezza e costruire relazioni sane. Rispettare sé stessi senza calpestare gli altri è possibile, e il codice dell’assertività può diventare un utile punto di riferimento nelle situazioni quotidiane.

Ricordiamoci che dire “no” non significa essere egoisti, ma esercitare il proprio diritto a scegliere. Assertività significa rispetto reciproco, presenza consapevole e responsabilità nella comunicazione.

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Psicologa e psicoterapeuta a Milano

dott.ssa Paola Pantaleo

Psicologa a Milano

Sono psicologa e psicoterapeuta, ed esercito la mia attività a Milano. Il mio lavoro ha l’obiettivo di aiutare le persone ad affrontare problemi di natura psicologica e a ritrovare un nuovo benessere. Mi occupo di ansia, attacchi di panico, problematiche relazionali e di rielaborazione dei traumi.

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