Tecniche di rilassamento per ridurre l’ansia

rilassamento e ansia

Ansia e rilassamento sono due stati tra di loro incompatibili. L’ansia infatti inibisce ed ostacola uno stato di rilassamento, mettendoci in allerta. Ma questo meccanismo di inibizione vale anche al contrario, poiché  l’essere rilassati e calmi non permette l’insorgenza dell’ansia e dell’agitazione. Una pratica costante delle tecniche di rilassamento può quindi avere un effetto positivo sull’ansia, diminuendone l’intensità e bloccandola.

Ansia e rilassamento

Ansia e rilassamento sono i due estremi di uno stato emotivo e fisico che non possono presentarsi mai insieme nello stesso individuo. Quando una persona prova ansia sappiamo che  la sua mente è affollata da pensieri terribili e catastrofici sul futuro. anche il suo corpo però risente di questo vissuto ansioso diventando contratto e teso, soprattutto in alcune parti e gruppi muscolari, pensiamo ad esempio alle spalle, ad alcune parti del viso o allo stomaco. tale tensione muscolare tende a aumentare lo stesso stato d’ansia e a mantenerlo. Spesso la persona non riesce a comprendere il motivo di queste tensioni e, oltre ad esserne disturbato fisicamente,  se ne preoccupa anche rimuginando. Le tecniche di rilassamento ci vengono in aiuto proprio per aiutare la persona a diventare più consapevole delle tensioni del proprio corpo e  ad imparare a ridurle e a eliminarle completamente. L’ansia ,, di conseguenza, diminuirà perché un rilassamento  a livello muscolare porta anche ad un rilassamento mentale ed emotivo.

Che cos’è l’ansia

L’ansia è una forma di paura, un campanello di allarme che si attiva quando percepiamo un pericolo imminente. Provare ansia è importante perché è un’emozione che ci manda dei segnali che dobbiamo imparare a decifrare. Essa ci aiuta, in base alle diverse situazioni, ad essere prudenti, ad aumentare l’allerta, a mobilitare una grande quantità di forza ed energia per affrontare il pericolo e le difficoltà.

Purtroppo l’ansia può assumere anche una forma patologica attivandosi in modo errato e disfunzionale facendoci percepire dei pericoli che in realtà non ci sono. La conseguenza è l’evitamento di questa situazione e di circostanza simili, limitando la nostra vita, le nostre libertà e il nostro raggio d’azione. Diminuisce così l’autonomia personale per lasciare il posto spesso a meccanismi di dipendenza da altre persone o da schemi rigidi. Pensiamo al caso di una persona ansiosa per la quale andare al supermercato diventa fonte di ansia e ci va, quindi, solo se accompagnato da qualcuno.

È importante superare queste ansie diventando consapevoli di cosa c’è dietro di esse e affrontandole, con gradualità ma con costanza e determinazione. In terapia cognitiva-comportamentale, ad esempio, si utilizzano diverse tecniche, tra le quali anche il rilassamento muscolare progressivo.

I disturbi d’ansia sono molto comuni nella popolazione. Alcune ricerche hanno dimostrato come il 25% della popolazione possa soffrire almeno una volta nella vita di un disturbo d’ansia.

Quali sono le conseguenze dell’ansia

Soffrire di un disturbo d’ansia e non curarlo implica numerose e serie conseguenze, tra cui:

  • un costo fisico, come l’aumento della pressione arteriosa, disturbi gastro intestinale e mal di testa da tensione.
  • un costo per i vostri figli, in quanto genitori ansiosi spesso hanno figli ansiosi. In parte questo è legato alla genetica, ma soprattutto al fatto che i figli apprendono osservando i genitori e i loro comportamenti espliciti ed impliciti.
  • obesità. L’ansia infatti produce l’aumento del cortisolo che favorisce l’accumulo di grasso.
  • problemi relazionali e sociali, poiché la persona ansiosa spesso può mettere in atto meccanismi di evitamento che limitano la sua quotidianità e la sfera della socialità. Ad esempio l’ansia può portare la persona a evitare le uscite in luoghi affollati o i mezzi pubblici, con la conseguenza ad esempio di non partecipare ad una piacevole serata tra amici o non andare al concerto del proprio cantante preferito.

Come riconoscere l’ansia

Oltre alle manifestazioni fisiche, l’ansia si esprime anche attraverso uno stile di pensiero ben riconoscibile. SI può provare ansia se si pensa di:

  • avere bisogno dell’approvazione altrui, preoccupandosi enormemente di ciò che pensano gli altri di noi.
  • fare previsioni negative sul futuro, con la convinzione che accadranno le cose peggiori.
  • cadere nell’esagerazione, ingigantendo la portata negativa di un evento.
  • ricercare la perfezione, pensando che gli errori siano un vero e proprio fallimento personale.
  • rimuginare, rimanendo immersi in pensieri negativi che non fanno altro che aumentare l’ansia e le preoccupazioni.
  • avere scarsa concentrazione, come conseguenza del rimuginio.

A livello comportamentale, l’ansia si manifesta con l’evitamento, cioè la fuga da ciò che spaventa e mette in ansia. In un primo momento l’evitamento può avere l’effetto di abbassare l’ansia facendoci sentire un po’ meglio. Nel lungo periodo, invece, il comportamento evitante non fa che conservare e rinforzare l’ansia.

I fattori che contribuiscono all’ansia e allo stress

 Vi sono molti fattori che possono favorire lo sviluppo dell’ansia. Oltre al peso della genetiche e del tipo di attaccamento con le proprie figure di riferimento, è possibile individuare altre fonti che potrebbero condurre ad uno stato ansioso, anche momentaneo:

  • Iperventilazione (respiri veloci e superficiali)
  • Condizione di vita stressante
  • Fumo e abuso di alcol (stimolano ad azioni di attacco e fuga)
  • Sonno non ristoratore e disturbato
  • Atteggiamento passivo e non assertivo
  • Perfezionismo
  • Poca o assente attività fisica

Il rilassamento e l’ansia

 Le tecniche di rilassamento sono usate diffusamente in ambito psicologico, soprattutto in  psicoterapia cognitivo-comportamentale, allo scopo di diminuire ed inibire lo stato ansioso.  Numerosi studi scientifici hanno, infatti, dimostrato l’efficacia di tali tecniche comportamentali nel trattamento di:

  • disturbi d’ansia e attacchi di panico
  • agorafobia
  • fobia sociale

In particolare, il rilassamento muscolare progressivo di Jacobson viene utilizzato in diversi protocolli per la cura dell’ansia. La pratica del rilassamento muscolare consiste in semplici esercizi che hanno l’obiettivo di tendere e successivamente rilassare diversi gruppi muscolari. Chi pratica il rilassamento muscolare progressivo imparerà quindi la differenza tra la tensione e il rilassamento muscolare. Il principio su cui si basa questa tecnica è che a partire da un rilassamento completo del corpo si otterrà una distensione della mente, con la conseguente riduzione dell’ansia e delle preoccupazioni.

 

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Psicologa e psicoterapeuta a Milano

dott.ssa Paola Pantaleo

Psicologa a Milano

Sono psicologa e psicoterapeuta, ed esercito la mia attività a Milano. Il mio lavoro ha l’obiettivo di aiutare le persone ad affrontare problemi di natura psicologica e a ritrovare un nuovo benessere. Mi occupo di ansia, attacchi di panico, problematiche relazionali e di rielaborazione dei traumi.

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