L’ipocondria viene definita come un’ansia eccessiva riferita al proprio stato di salute. La persona ipocondriaca percepisce, quindi, un estremo e sproporzionato stato di ansia ed agitazione per la propria salute. Ciò lo porta ad interpretare erroneamente i segnali o i cambiamenti del proprio corpo come sintomi di gravi malattie. In un percorso di psicoterapia l’obiettivo è quello di combattere contro alcuni comportamenti che sono alla base di questo problema. La finalità, quindi, sarà di affrontare l’ipocondria e permettere quindi al paziente di potersi dire con soddisfazione “ho sconfitto l’ipocondria”,
Molti comportamenti, infatti, contribuiscono al mantenimento dell’ipocondria come i continui controlli, gli evitamenti, i cosiddetti comportamenti protettivi e la ricerca costante di rassicurazioni.
I CONTROLLI DEL CORPO
Ripetuti controlli del corpo, come ad esempio il controllo dei battiti cardiaci, della pressione o di alcune parti del copro specifiche, portano ad un disagio emotivo che viene poi interpretato successivamente come una prova dell’esistenza effettiva della malattia di cui si pensa di essere affetti. L’attenzione tende a focalizzarsi sempre sul corpo. La persona, di conseguenza, diventa più sensibile nella percezione di alterazioni e cambiamenti fisiologici, nella maggior parte dei casi assolutamente normali. La maggior parte delle persone, infatti, non percepisce nemmeno questi cambiamenti fisici.
Un esempio di controllo del corpo è quella messa in atto da chi, convinto di avere problemi di salute ai polmoni o al torace, tende a monitorare il funzionamento polmonare attraverso respiri profondi. Tali respiri possono creare. però, delle tensioni muscolari e del dolore al torace. Manifestazioni fisiche che vengono, quindi, lette come prove della patologia ipotizzata e non, come sono in realtà, la conseguenza dei controlli.
GLI EVITAMENTI
Chi soffre di ipocondria tende ad evitare alcune situazioni ritenute rischiose, come ad esempio attività fisica o particolare sforzi fisici, per il timore di aggravare la patologia di cui si è convinti di soffrire L’evitamento può essere rivolto, inoltre, a situazioni e luoghi precisi considerati pericolosi per il proprio stato di salute e fonti di ansia, con conseguenti ricadute sociali. Ci sono, infine, i pensieri continui sul proprio stato di salute che in alcuni casi la persona cerca di sopprimere con il risultato che gli stessi tornano indietro più forti di prima (effetto boomerang).
I COMPOTAMENTI PROTETTIVI
Per comportamenti protettivi si intende tutte quelle azioni che mirano a difendere il proprio corpo e il proprio stato di salute dallo sviluppare una grave malattia, come ad esempio l’eccessivo riposo, l’assunzione non prescritta dal medico di farmaci o vitamine piuttosto che l’assunzione di particolari posture. Tutti questi meccanismi difensivi mantengono il disagio e l’ansia verso il proprio stato di salute oltre che a lungo andare creare degli scompensi fisici che spaventano ancora di più la persona.
LA RICERCA DI RASSICURAZIONI
L’ultimo meccanismo da debellare e sul quale si concentrare il lavoro di psicoterapia per sconfiggere l’ipocondria è la ricerca di rassicurazioni. Nell’immediato, la rassicurazione benevola di un amico e parente o quella più autorevole di un medico possano sembrare utile e calmanti. In realtà esse sono fonte di un peggioramento dell’ansia ipocondriaca e del disagio emotivo della persona. Più la persona chiedere chiede rassicurazioni, più diventa dipendenti da esse, attivando un circolo vizioso nocivo e difficile da rompere da soli.
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