Ipocondria. Cos’è l’ansia per la salute

L’ipocondria viene definita come un’ansia eccessiva per il proprio stato di salute.

La maggior parte di noi ha provato una forte ansia per la propria salute o quella dei propri cari in alcuni momenti della vita. È assolutamente normale sperimentare preoccupazione e ansia per la propria stato di salute in situazioni appropriate, quando ad esempio ci troviamo ad attendere il referto di un esame o quando siamo preoccupati per l’esito di una visita di un nostro caro.
Allo stesso modo, molti di noi si preoccupano della morte in generale o di morire da un momento all’altro. Ma tutto questo è assolutamente normale e comune.

Le preoccupazioni per la propria salute diventano un problema nel momento in cui esse vanno ad influenzare in senso negativo la qualità della vita, portandoci a provare malessere per il semplice fatto di avere il timore di essere malati. L’ansia per la salute diventa, quindi, un vero e proprio disturbo quando si manifesta come una paura o una preoccupazione continua ed eccessiva riguardo al fatto che sintomi banali e diffusi (mal di gola, male alla testa, un generico formicolio), possano essere segnali dell’insorgenza o dello sviluppo di una malattia grave.
Le conseguenze più frequenti di questa paura sono i continui tentativi di andare alla ricerca di informazioni e rassicurazioni sui sintomi che si provano o sulle malattie tenute. Sicuramente l’estrema accessibilità che abbiamo alle informazioni su internet non ha aiutato in tal senso.

Le caratteristiche dell’ipocondria

Le cause scatenanti possono essere molteplici, dal sentire innocui e comuni sintomi di ogni giorno (come ad esempio il cuore che batte più veloce o un banale mal di testa), all’accorgersi di avere un nodulo al seno Oppure dover affrontare la malattia o la morte di un proprio caro. Anche leggere notizie sul giornale o sentirne parlare in televisione può portare a scatenare un’ansia ipocondriaca. Infine lo stress può dare inizio o peggiorare, se già presenti, le paure sulla propria salute.

Le persone che soffrono di ipocondria si sottopongono, seppur con timore, a una serie infinita di esami e visite specialistiche allo scopo di ottenere una diagnosi in risposta alle proprie preoccupazioni. Gli esiti ovviamente negativi non rassicurano in nessun modo la persona che tende a rifare gli esami più volte nel corso del tempo. Spesso il fatto di non ricevere la diagnosi temuta viene interpretato come una inefficienza del medico che non è stato in grado di diagnosticare la malattia o che non è stato particolarmente attento ai nostri sintomi.
All’opposto ci sono persone che, tanto sono preoccupate del proprio del proprio stato di salute, non si rivolgono ai medici evitando quindi qualsiasi tipo di valutazione ed esame clinico, di fatto trascurando in maniera eccessiva la propria salute. Questi due tipi di comportamento, ovvero l’eccessiva richiesta di medicalizzazione o l’evitamento di essa, possono anche alternarsi nella stessa persona.

Un altro aspetto caratteristico di chi soffre di ipocondria e quello di fare per così dire una “scansione” del proprio corpo, andando alla ricerca di segni (eruzioni cutanee piccole ferite rigonfiamenti un battito del cuore accelerato formicolii…) che si è convinti siano sintomi di una malattia.
Questi sono tentativi di controllo che vengono spesso richiesti o delegati ad amici e parenti, coinvolgendo questi ultimi nelle proprie preoccupazioni e ansie. Modalità di controllo che non fanno poi che aumentare ancora di più l’ansia stessa.

Facendo riferimento all’attualità la pandemia da Covid-19 ha attivato o peggiorato disturbi d’ansia per la salute. Tutto ciò che è accaduto con la pandemia – il numero dei malati e le tante morti, il continuo bombardamento informativo da parte di TV e giornali – ha purtroppo avuto su alcune persone questo esito. Senza parlare poi dello stress che tutti abbiamo sperimentato durante il periodo di lockdown, caratterizzato da stupore per ciò che stava succedendo, senso di confusione, smarrimento, stravolgimento degli equilibri familiari e degli impegni quotidiani.

In sintesi chi soffre di ansia per la salute:

  • passa molto tempo a preoccuparsi per la propria salute senza che ci siano motivi sufficienti per farlo;
  • va alla ricerca di informazioni e rassicurazioni sul fatto che tutto vada bene;
  • controlla spesso il proprio corpo alla ricerca di segni della propria malattia;
  • evita alcune attività con la convinzione di essere realmente malato oppure evitare contenuti informativi in televisione o sui giornali che parlino di malattie. All’opposto può invece andare alla ricerca frenetica di informazioni che vadano a confermare il proprio timore di essere malato;
  • ha una qualità della vita e una quotidianità influenzate negativamente da queste preoccupazioni.

Quanto è diffusa l’ansia per la salute

Le stime suggeriscono che dal 3 al 10% della popolazione generale soffre di una significativa ansia per la salute mentre più del 30% la sperimenta in maniera occasionale o in maniera leggera. Questi dati dimostrano quanto sia abbastanza diffusa questa tipologia di ansia e quanto possa essere motivo di peggioramento della qualità della vita e di un aumento dei costi per il sistema sanitario.
Non sono state evidenziate  differenze nella presenza del disturbo tra gli uomini e le donne.

Quali sono le cause dell’ipocondria

Ci sono fattori di tipo biopsicosociale che predispongono alcuni individui a sviluppare questo disturbo più di altri che non hanno la stessa vulnerabilità.

  1. Fattori genetici. Aspetti genetici possono predisporre una persona ad essere maggiormente vulnerabile allo sviluppo della malattia. Attenzione non è la malattia che si eredita, ma una maggiore predisposizione.
  2. Fattori biologici. Alcuni studi hanno dimostrato come determinati cambiamenti nella regolazione dei cosiddetti neurotrasmettitori possono rendere alcune persone più sensibili a certi stimoli potenzialmente ansiogeni. Questo vuol dire che il cervello di una persona è più sensibile a reagire a determinati impulsi rispetto al cervello di un’altra persona. di un altro.
  3. Aspetti sociali e culturali legati all’ambiente familiare alle esperienze infantili e all’apprendimento sociale. Moltissimi studi hanno evidenziato come i messaggi espliciti o impliciti inviati ai bambini dalle figure di attaccamento possano avere un’influenza sul loro modo di interpretare il mondo. Questo vale anche per i disturbi d’ansia e, quindi, anche per l’ipocondria. Un genitore particolarmente ansioso per la propria salute o per quella del proprio figlio può rendere quest’ultimo più sensibile e vulnerabile in tal senso,  predisponendolo quindi a sviluppare una particolare attenzione nei confronti della propria salute. Cosi come ogni bambino imita i propri genitori in senso positivo, allo stesso modo vengono appresi comportamenti e atteggiamenti negativi. È importante sottolineare quanto non sia intenzione dei genitori trasmettere le proprie paure per la salute ai propri figli. È molto difficile pensare ad un genitore che con intenzionalità voglia far sì che i propri figli si preoccupino fino allo sfinimento del proprio stato di salute, mentre è molto più semplice pensare che nel tentativo di proteggere il proprio bambino si pecchi di iperprotezione e di amore eccessivo. Considerare quindi come fattori di rischio l’ambiente familiare ed educativo non vuol dire andare alla ricerca di un colpevole ma sottolineare che quello che siamo e anche il risultato di quello che impariamo in questo ambiente.
  4. Allo stesso modo le esperienze di vita e gli apprendimenti sociali che appunto caratterizzano il ciclo di vita di una persona possono essere terreno fertile per lo sviluppo di una patologia ansiosa. Esperienze di malattia e morte. un altro fattore che può causare un disturbo ipocondriaco può essere quello di avere sperimentato sia in forma diretta che indiretta storie di malattie. Anche assistere a esperienze di morte di propri familiari e di amici cari, conseguenze di una malattia grave, può portare allo sviluppo di questo disturbo.

PER APPROFONDIRE LEGGI “COME SUPERARE L’IPOCONDRIA”  E  “I COMPORTAMENTI CHE MANTENGONO L’IPOCONDRIA”

Per riassumere e schematizzare in modo visivo quello che è l’ipocondria possiamo pensare ad essa come ad un fiore, “il fiore dell’ipocondria”. La preoccupazione e il centro, mentre i circoli viziosi, che mantengono e rafforzano il disturbo, costituiscono la corolla dei vari petali. Le credenze superstiziose sono il gambo. Le radici sono gli eventi critici che hanno trovato terreno fertile negli aspetti di vulnerabilità.  Il rimuginio, in ultimo, rappresenta l’acqua che l’ipocondriaco utilizza per tenere bagnato il terreno e tenere vivo il disturbo.

Gli aspetti di vulnerabilità, rappresentati dalle radici, creano il terreno fertile per lo sviluppo del fiore dell’ipocondria.
Eventi di vita che si presentano in un momento particolarmente stressante della persona possono scatenare la preoccupazione per la salute, quindi far nascere il fiore.
Certi comportamenti, messi in atto dalla persona ipocondriaca nel tentativo di porre diciamo fine alle proprie ansie, in realtà poi diventano fattori che rafforzano e mantengono il disturbo diventando circoli viziosi. Ecco qui rappresentati i petali del fiore.
Se non si riesce a rompere il legame tra tutti questi elementi l’ipocondria può cronicizzarsi.
L’obiettivo di una psicoterapia in particolare quella ad orientamento cognitivo-comportamentale, ha l’obiettivo di interrompere questi legami, strappando i petali, tagliando il gambo e isolando le radici del fiore dell’ipocondria.

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Psicologa e psicoterapeuta a Milano

dott.ssa Paola Pantaleo

Psicologa a Milano

Sono psicologa e psicoterapeuta, ed esercito la mia attività a Milano. Il mio lavoro ha l’obiettivo di aiutare le persone ad affrontare problemi di natura psicologica e a ritrovare un nuovo benessere. Mi occupo di ansia, attacchi di panico, problematiche relazionali e di rielaborazione dei traumi.

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